Negli anni 60 Consonno era un borgo della provincia di Lecco immerso nel verde. In quegli anni Mario Bagno mise gli occhi sulla città e, nel 1962, acquistò tutti gli immobili per poi raderli al suolo. Furono salvate solo la chiesa di San Maurizio, la canonica e il piccolo cimitero. Al posto di abitazioni e negozi vennero costruiti edifici dalle forme bizzarre con l’obiettivo di trasformare il borgo nella Las Vegas della Brianza. La struttura più imponente fu una torre alta 30 metri che venne presto soprannominata il Minareto per le sue forme arabeggianti. Subito sotto, nello stesso stile si trovavano appartamenti e negozi per i turisti. Venne costruita anche una pagoda cinese, una lussuosa balera all’aperto, diverse fontane multipiano, un hotel di lusso e un trenino panoramico che portava i turisti ad ammirare il complesso. Dopo i primi anni di successo Bagno mise in piedi un progetto di ampliamento che prevedeva l’aggiunta di campi da calcio, basket, minigolf, uno zoo e un circuito automobilistico. Nel 1976 una grossa frana blocco l’unica strada che portava a Consonno sancendo la fine del progetto di espansione ed innescando il percorso che avrebbe portato nel corso di pochi anni all’abbandono di tutte le strutture. Infatti, nonostante il ripristino del collegamento il flusso di turisti non tornò mai ai livelli dei primi anni per poi interrompersi del tutto. L’hotel venne così riconvertito a casa di riposo prima di chiudere definitivamente i battenti nel 2007. Un mese dopo la chiusura venne organizzato un rave party non autorizzato a cui parteciparono più di mille persone che danneggiarono irrimediabilmente le strutture.


Oggi Consonno è una città fantasma e decadente che proprio dalla decadenza trae il suo fascino. Bisogna fare molta attenzione a dove si mettono i piedi, camminando tra vetri e piastrelle rotte, nelle stanze si trovano armadi e materassi in pessime condizioni e ogni parete è stata imbrattata. Camminando tra gli edifici abbandonati ho percepito sia la tristezza degli abitanti che hanno dovuto lasciare le loro case che la gioia e le risate dei turisti in vacanza. Ho avuto la sensazione di sentire la musica della pista da ballo, le chiacchiere fatte al bar e i profumi della cucina dell’hotel. Tra curiosi e fotografi questa città abbandonata è in realtà ancora molto vissuta.

Chiara Rossi