Sicuramente un viaggio nella penisola Balcanica in moto è un’esperienza da fare; nel nostro caso, 16 giorni on the road e 11 frontiere da superare: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Bulgaria, Turchia, Grecia, Albania, Montenegro e nuovamente Croazia e Slovenia. Otto lingue diverse, sette differenti valute e 5209 chilometri di strada!

Cosa ci è rimasto addosso di questo viaggio?

Sicuramente la bellezza del mare della Croazia – straordinariamente limpido e turchese – e il fascino antico delle sue città: Rovigno con i suoi vicoli stretti, le piazzette e le case colorate, Dubrovnick, con il suo centro storico reso unico dalla lucidissima pavimentazione in pietra – levigata da secoli di passaggio di visitatori e turisti – dalle pietre calcaree degli edifici e dalle splendide chiese, e Zara con le sue magnifiche rovine romane e veneziane.

Poi l’intensità che ti trasmette Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina, una città che porta ancora i segni di una tragedia recente, raccontata dai muri delle case – su cui sono ancora ben visibili i colpi d’artiglieria – dalle scritte e dai murales in ricordo delle vittime, e dalle “rose di Sarajevo”, solchi lasciati sulla pavimentazione dalle granate, riempiti da una resina rossa e trasformati in “opere artistiche” che ricordano perennemente il tragico passato. E poi dai tanti, tantissimi, troppi cimiteri visibili dalle strade, situati anche a ridosso di attività commerciali, che ti fanno improvvisamente sentire “vicino” a quella guerra percepita prima come molto lontana.

E ancora la spensieratezza provata nel passeggiare per la Skadarska, il quartiere Bohèmien di Belgrado, una zona centrale, in parte pedonale, in cui si concentrano, osterie, piccoli bar e chiassosi ristoranti in cui si cena in allegria, accompagnati da musica locale, e l’emozione nell’entrare nel Tempio Ortodosso di San Sava – il più grande al mondo – con le sue cupole in rame e i suoi splendidi interni dorati: una meraviglia per gli occhi!

La piacevole scoperta di Sofia, in Bulgaria, una città che è un capolavoro d’arte: la Cattedrale Ortodossa Aleksandar Nevski, ricca di mosaici e di affreschi, con le sue spettacolari cupole e le finestre ad arco, la meravigliosa chiesa Russa di San Nicola, con le sue cinque cupole dorate e gli interni riccamente decorati, la moschea Banya Bashi e l’affascinante atmosfera multiculturale della città.

E poi Istanbul, bellissima e magica, con il suo skyline di cupole e minareti, con il suo bazar dove puoi perderti tra gli aromi delle spezie e la moltitudine di negozi di artigianato locale, adagiata sulle sponde del Bosforo e punto d’incontro tra occidente ed oriente, tra tradizione e innovazione: una città moderna, ma ancora strettamente legata alle sue antiche radici e tradizioni.

Infine Tirana, con i suoi nuovi edifici dai colori variegati e sgargianti, che ringiovaniscono il vecchio e grigio paesaggio urbano, una capitale relativamente “piccola”, dove le persone sono gentili ed amichevoli e dove molti parlano anche un buon italiano.  

E’ stato un viaggio intenso, a tratti faticoso, un concentrato di emozioni e di scoperte, un susseguirsi di resti romani e architetture ottomane, di campanili, cupole e minareti, di tradizione e innovazione, di diversi colori e diverse culture, un viaggio vissuto purtroppo in modo troppo veloce, ma che ci ha fatto conoscere una parte di mondo che sembrava lontana ma che, in fondo, in gran parte è solo dall’altra parte del mar adriatico.