La cosa che più mi ha colpito nella preparazione di questo viaggio, è che quando alla domanda “dove vai di bello questa volta?” rispondevo “in Iran”, la risposta era, dapprima il silenzio più assoluto accompagnato da uno sguardo di smarrimento, seguito poi da un “ma non è pericoloso?”

Ammetto che probabilmente non è facile pensare a questo paese senza preconcetti: l’Iran è per antonomasia il paese nemico dell’occidente, un paese Islamico governato da una dittatura religiosa, il paese del nucleare, quello che avvolge e nasconde le sue donne nei Chador, dove i principi giuridici sono fondati su norme morali religiose, dove tutti i peccati, in genere, sono reati, dove ci sono regole rigide per i comportamenti da tenere. Per la strada, nei bazar, nelle moschee, nei negozi, nei musei, negli hotel, ovunque, ci sono le foto degli ayatollah che paiono vigilare su qualsiasi contravvenzione alle regole, e, ancora oggi, in giro per le strade c’è la polizia morale pronta a bacchettare chi non tiene comportamenti ritenuti consoni.

Ma il popolo iraniano è migliore del regime che lo governa; nel corso del mio viaggio ho scoperto un popolo, la cui età media si stima sotto i 30 anni, fatto di gente aperta, gentile, ospitale, curiosa, desiderosa di relazionarsi e di sapere cosa in Europa pensano di loro e del loro paese, gente che ti sorride timida e ti chiede di scattare un selfie, felice di immortalarsi insieme a te sul proprio cellulare, un popolo fatto di persone che si sentono orgogliosamente persiane, figlie di quella Persia dal passato glorioso.

Non ho mai avvertito ostilità verso lo “straniero” o sensi di pericolo o insicurezza, ma, al contrario, ho sentito una gran voglia di cambiamento, e ho visto si, tante donne nascoste sotto la veste nera, ma ne ho anche incrociate tantissime che indossano l’obbligatorio velo – che per una parte della popolazione è simbolo di identità religiosa mentre per l’altra è simbolo di sottomissione e privazione della libertà individuale – appoggiandolo con disinvoltura a mezza testa come una sorta di accessorio, e che indossano vestiti certo più castigati dei nostri, ma che non sempre ne celano le forme.

l’Iran è certamente un paese da conoscere e da scoprire, ricco di storia, di cultura e di colori: i meravigliosi blu e turchese delle moschee ornate di smalti e di ceramiche, le maioliche, la maestosità dei minareti e dei portali, gli splendidi mosaici, le vetrate colorate attraverso le quali i raggi del sole dipingono le pareti creando disegni caleidoscopici, gli splendidi giardini e le fontane – sempre presenti nelle piazze – che riflettono gli edifici circostanti; e poi i bazar, con i loro venditori discreti e gli odori pungenti delle spezie… insomma un luogo incantevole, affascinante sotto differenti punti di vista, una terra ricca di storia e di bellezze autentiche, da scoprire e da conoscere.

Paola.